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"si" per sempre “Che i tuoi voti siano la più bella espressione del miracolo di Dio in te”

“Che i tuoi voti siano la più bella espressione del miracolo di Dio in te”

L’omelia di Padre Humberto Enriques msc, tenuta il giorno della professione perpetua di Fr. Domenico Rosa.

San Giovanni gioca con la simbologia facendo una bella teologia narrativa. Questi simboli possono aiutarci a capire i voti perpetui nella Vita Religiosa Consacrata e, nel caso di Domenico oggi, nella famiglia dei Missionari del Sacro Cuore.
Giovanni inizia dicendo che Gesù ha attraversato il lago. Nella vostra vita, avete mai attraversato un grande lago? Quando attraversiamo un lago, lasciamo la sicurezza, la stabilità, la fermezza di una riva. Lasciamo ciò che già conosciamo e ci lanciamo verso l’ignoto. L’acqua può essere agitata e possiamo essere colti da una tempesta. Gesù lascia la barca dove ci sono gli ebrei, i suoi conoscenti, e va verso gli stranieri, i diversi, che non hanno la stessa religione, la stessa cultura, lo stesso modo di pensare.
Avete mai attraversato un grande lago esistenziale? Avete mai lasciato le vostre case e incontrato una persona, una realtà differente? Questo è fondamentale per la nostra esperienza umana e religiosa. Se rimaniamo sulle nostre coste, rimarremo poveri, piccoli, chiusi. Quando attraversiamo gli oceani, cresciamo, percepiamo altri mondi. Quando decidiamo di votare la nostra vita alla missione, stiamo lasciando la comodità di una riva per attraversare un grande lago, per andare verso l’altro e il grande Altro.

Giovanni continua dicendo che Gesù non solo ha attraversato la riva, ma ha scalato la montagna, che è uno dei simboli più antichi della cultura umana. È un archetipo, una categoria che si trova nel profondo della nostra mente e serve ad esprimere i sentimenti più profondi. L’arrampicata è uno di questi archetipi, perché ci darà sempre l’idea di essere più vicini a Dio. 

E voi, avete mai scalato una montagna nella vostra vita? Se non possiamo scalare le montagne fisiche, non possiamo smettere di scalare le montagne dell’affettività, delle nostre esperienze, delle nostre relazioni, perché, vedendo dall’alto, possiamo avere una visione molto più grande. Tutta la realtà diminuisce, perché noi siamo in cima, e solo allora possiamo ammirare bene tutte le cose. 

Come religioso MSC, Domenico e tutti noi dobbiamo sempre scalare quella montagna per imparare a vedere le cose dall’alto. Quante montagne dobbiamo scalare per superare i nostri problemi e vedere che Dio è più grande di tutti i nostri problemi.

Il Maestro si siede, come uno che sta per insegnare. È la posizione della cultura, della trasmissione. Gesù ha davanti a sé gli apostoli, cioè la Chiesa e tutta la folla che ascolta la sua Parola. Abbiamo fatto lo stesso? Ogni il consacrato deve essere anche qualcuno capace di trasmettere qualcosa. Siamo formati per poter trasmettere a qualcuno la verità, la bellezza, per poter aprire gli orizzonti altrui.

Gesù continua chiamando un bambino che porta i pani e i pesci.
Vorrei fare riferimento a questo fratello che oggi fa i suoi voti perpetui. Gesù ti invita a distribuire il pane che sei. Pensa che ricevi da Gesù in questo momento il potere di moltiplicare i pani e di nutrire il popolo. Ti lascio con tre grandi domande: a chi darete i pani? Che tipo di pane distribuirete? Come distribuirete questi pani? È bene tenere a mente queste tre domande. 

La grande tristezza per un missionario è forse non avere pane da dare. Questa è la grande tristezza: avere i nostri cesti vuoti, dopo trenta, cinquant’anni di vita, guardare il nostro cesto e rendersi conto che è vuoto, che non abbiamo niente da distribuire, da condividere con chi ci circonda. È terribile rendersi conto che un’intera vita è stata trascorsa nel vuoto totale. Tragica verità quando percepiamo il silenzio dell’inutilità, di chi non ha vissuto, di chi non ha sperimentato nulla. Abbiamo bisogno di trasmettere la nostra cultura, la nostra storia, le nostre tradizioni, la nostra fede, perché un popolo senza memoria scomparirà sicuramente.

Ma possiamo comunicare solo ciò che abbiamo vissuto in profondità, ciò che è uscito da noi in una rivoluzione profonda, portandoci a lavorare, a cambiare noi stessi e la realtà e a poterlo trasmettere. Se avete vissuto il vostro tempo di formazione in profondità, avete certamente il vostro cesto pieno.

Oltre al pane materiale, le persone accanto a noi hanno bisogno di un abbraccio, uno sguardo di attenzione, una conversazione e tante altre cose che possiamo offrire.
Anche il modo in cui distribuiamo questo pane è importante. Dobbiamo avvicinarci alle persone con attenzione, in modo che non si sentano dominate, umiliate. Lasciamo da parte l’arroganza, la prepotenza, il clericalismo e solo così faremo grandi miracoli nella moltiplicazione dei pani. È stato Gesù a dire che avremmo fatto miracoli più grandi di lui.

Domenico è ammesso oggi in perpetuo con i voti nella nostra famiglia religiosa. Possa tu essere capace di distribuire i pani che Dio ti ha dato all’interno e all’esterno della comunità religiosa. Che i tuoi voti siano la più bella espressione del miracolo di Dio in te. Amen!

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